Le Interviste

Tatiana e Luciana Fontanive

Data Intervista

16 Luglio 2021

Luogo Intervista

Canale d'Agordo (BL)

Video

Dimitri Feltrin

Audio

Marta Lorenzi

Ricercatore

Francesca Gallo

Tatiana e Luciana Fontanive

Minutaggi dell'Intervista

0.00 Giovanni Fontanive, intervistate due delle tre figlie di Giovanni. Come nasce la storia del Giardino della memoria, come fa Giovanni ad appassionarsi alla storia della ritirata di Russia. Il padre parte con un ricordo di quando era bambino, ovvero la presenza di alcuni militari a Canale Gares, stanziati per un campo, che chiedevano da mangiare. Quando Giovanni diventa grande capisce che qugli alpini erano partiti per la Russia e non sono più tornati, e che la maggior parte di loro sono dispersi o caduti. Ha iniziato la ricerca, attraverso il suo lavoro raccoglieva i ricordi della famiglie in cui andava, e diventava sempre più sensibile a questa sofferenza che si trovava in molte storie familiari di quella zona, ma un po' ovunque. Conosceva molti reduci e riteneva che tutta questa sofferenza non potesse essere dimenticata. Molte persone non parlavano di queste esperienze perchè la sofferenze erano molto vive nelle famiglie. Dopo anni di ricerche il risultato è il giardino.
3.14 Idea originale di Giovanni: costruire qulcosa che ricordasse molto di più di quello che c'è lì, quello che c'è nel giardino si limita ad una fotografia di un periodo brevissimo di tutto quello che è successo. Dispiegamento sul fiume Don del dicembre 1942 e poi il ripiegamento del gennaio 1943, tutto quello prima e dopo non è fotografato. Su suggerimento di alcuni si è deciso di limitare le cose perchè lo spazio era troppo poco. L'idea iniziale era quella di costruire un saccello a Gares, poi le lungaggini burocratiche fanno desistere. Giovanni mette a disposizione il terreno per la costruzione di questo monumento orizzontale. Inizia a studiare, fare le cartine geografiche, ricerca i caduti e dispersi in Agordino. Ricerca senza mezzi tecnologici ma attraverso l'aiuto di ricercatori, delle famiglie, dell'ufficio anangrafe del Comune. Successivamente ha iniziato con la deposizione di grandi massi, bandiere, e il plateau. Inizia a raccogliere per il saccello le pietre, che però poi non viene più costruito. Queste pietre vengono da tutta Italia e vengono raccolte generalmente durante le adunate degli alpini. Nel '96 Giovanni inizia a chiedere queste pietre tramite il capogruppo di un gruppo Ana dell'agordino. Le sorelle le hanno raccolte e custodite, e hanno poi pensato di metterle lì poichè il saccello non è più stato costruito. Anche l'idea della targa per i caduti nell'agordino e della cartina geografica non era stata ultimata, si voleva rendere l'idea delle distanze e indicare i percorsi di ripiegamento delle truppe avvenuto a temperature di meno 30 gradi.
7.38 Giovanni va in Russia varie volte, aveva il desiderio di andare a vedere quei luoghi, cercava di conciliare tutto con le sue ricerche: famiglia, lavoro e sensibilità nei confronti della moglie. Madre delle sorelle nata orfana, padre morto a causa della guerra, di conseguenza non sentiva parlare volentieri di quegli eventi.
9.11 Quando Giovanni manifestava questa passione le sorelle non è che lo seguissero tanto. Lui era abbastanza insistente in certe cose e le coinvolgeva in un modo secondario. "andiamo a trovare questa persona, se vedete un Cristo fate una foto e vediamo come realizzare quello per il giardino" anche l'immagine del Cristo è stata cambiata. Giovanni ne aveva scelto uno molto sofferente ma un po' eccessivo e che non stava bene nel capitello, viene scelto dalle sorelle un Romerio. Le mandava in giro per prendere spunto, si confrontava con loro, se la su idea era confermata bene, altrimenti ci pensava a lungo prima di agire, poi decisa la cosa bisognava realizzarla.
10.59 Giovanni ha cercato negli archivi i nomi dei caduti in Russia. Con la guerra però molti archivi vanno persi: come ha ricostruito la mappa dei nomi? In tutto 187. 3 o 4 nominativi vengono tolti a posteriori, a causa di un problema di interpretazione di alcune date nelle ricerche, che fanno riferimento a militari caduti non in Russia ma in Polonia o Germania. Limitazione anche nella area geografica specifica della Russia. Le ricerche di Giovanni sono attraverso le famiglie, le anagrafi dei comuni, tramite Onor caduti, ricercatori che già avevano già iniziato delle ricerche. In alcuni Comuni i dati risultavano in Germania e in Austria. Lavora un po' in silenzio, tramite testimoni, altra letteratura. Episodio: Giovanni una volta va in Russia con due fratelli di Belluno che erano alla ricerca del fratello disperso, a distanza di 20 anni non era stato trovato. Rientra una piastrina (Tatiana non ricorda se la piastrina si o no). Rientrano i resti. Dal '43, dopo 70 e passa anni, si riesce a capire che fine avesse fatto quella persona.
14.48 Qualche aneddoto riguardo i personaggi che hanno affiancato o contribuito alle ricerche di Giovanni. Massimo Facchin scultore di Belluno originario di Lamon, Presidente sezione Belluno dell'Unir, reduci di Russia. Spende il resto della sua vita per proclamare la pace. In guerra tutti perdenti, nessuno vince e tutti soffrono. Ha realizzato una targa che rappresenta le donne russe, madri, che sono accaciate sulle tombe dei loro figli. Ringrazia sempre le donne russe che aiutavano i soldati italiani dimenticando che erano degli invasori. Le donne avevano poco da mangiare ma davano ai soldati un aiuto. Questo contatto segna la storia del giardino, persona poliedrica mancato a 102 anni, pieno di forza con ricordi dolorosissimi: ricordo di suoi commilitoni che invocavano la morte e di essere uccisi con un colpo per smettere di soffrire. Monsignor Enelio Franzoni medaglia d'oro, cappellano militare. I cappellani militari seppellivano i morti, curavano i feriti ecc. Franzoni regalò a Giovanni un pezzo di pane nero che aveva conservato dalla Russia, dalla prigionia, per non dimenticare le sofferenza patite lì. Il pezzo di pane viene conservato dalle sorelle. Giovanni ha voluto dedicare il Cristo ai cappellani militari. Professor Vettorazzo di Rovereto che lo ha aiutato a stilare la geografia e a fare il pannello esplicativo all'entrata del giardino. Moltissime sono le persone della zona che non hanno un nome famoso ma che hanno aiutato nelle ricerche Giovanni. Peppino Prisco gli regala una preghiera scritta nella targa all'entrata del Giardino. Un reduce di Russia che raccontava che loro non potevano avere i valenchi, perchè significava che loro avevano ammazzato dei russi e di conseguenza il loro destito, se fossero stati catturati, sarebbe stato segnato.
21.18 Cosa si trova nel Giardino: pannello che spiega ciò che è rappresentato lì. Targa dei nomi dei scoparsi in Russia dei 16 comuni dell'Agordino. Indicazioni geografiche e storiche. Dispiegamento "difensivo", non vengono citate altre nazionalità. Campana che Giovanni ha voluto commissionare nella zone di Voronetz, trasportata dopo la sua morte. Ha voluto dedicarla ai caduti di tutte le guerre, passate e presenti. La zona dell'Agordino era zona di confine, vicino al fronte. Amico di nome Nikkolay, guida di un percorso in Russia affezionato alla gente della zona. Si è trattenuto in Italia (anche contro la sua volontà a causa di un infortunio) accompagnando il professor Morosov per l'Agordino d'Oro. Qundo Nikkolay seppe della malattia di Giovanni decise di partire e di portare la campana come bagaglio a mano dalla Russia. Arrivò in ritardo perchè nel farttempo Giovanni era deceduto. Con l'aiuto di altre persone la campana è stata posizionata lì. Intelaiatura/tetto ecc frutto dell'aiuto di varie persone. Un tratto del percorso del fiume Don in scala sul quale sono indicate le posizioni tenute dagli italiani. 42 cippi, alcuni realizzati in forma circolare, altri rettangolare. i cippi del ripiegamento sono fatti a mosaico. In fondo c'è un cippo che indica la partenza dei reduci per tornare in italia, non è in scala, e rappresenta una sorta di buon augurio con una pianta che fa i fiori bianchi. In fondo ancora due querce donate dalla Russia, simbolo di proseguimento della vita e di buon auspicio. Dietro le targe un dipinto che indica un'immagine di ritorno. Le persone che ritornano si vedono dal volto, realizzati da Franco Murer, artista, nel giorno della fesa del papà del 2018 (si può omettere l'anno?). ha voluto realizzare una mostra nella Casa delle Regole che trattava l'argomento. (30:30 interruzione). Un altro cippo importante che ricorda Kalac, una località dove gran parte dei recuduci che sono stati fatti prigionieri hanno raccontato di essere passati per andare nei campi di prigionia dopo la marcia del Davai, parola che significa "cammina, va avanti". Saliti sui treni e portati poi nei campi di concentramento. Targa che ricorda i caduti di Canale d'Agordo evidenzia la particolare affezione di Giovanni alla sua zona. La targa presenta solamente i nomi, senza i cognomi, per essere generale.
33.57.00 Chi cura il giardino. Manutenzione ordinaria/straordinaria. Modo di dedicare il tempo al padre e all'idea, modo di custodire quell'angolo che può contribuire ad impreziosire Canale d'Agordo, non nel senso economico ma mantenendo le tradizioni, i ricordi di quello che è accaduto lì. Modo ,per le sorelle Fontanive, di fare qualcosa per il loro territorio. Giovanni aveva scritto un benvenuto che chiedeva di venire in quel posto per onorare il ricordo, sedersi sulla panchine e gioire del silenzio e della tranquillità. Le sorelle ringraziano i visitatori per essere stati educati e non aver mai lasciato immondizia sul luogo. Qualche episodio tipo un commento con espressioni forti, rispetto delle idee diverse. Alla richiesta di spostare il giardino fuori provincia, poichè secondo alcuni visitatori lì non era ben valorizzato, concordano con la madre di mantenere lì il giardino. L'idea e la realizzazione sono nate e cresciute lì. Spostarlo avrebbe svalorizzato l'impegno delle persone che ci hanno lavorato. Ricorda i caduti delle varie guerre ma rimane lì a Canale. Le sorelle finchè possono cercheranno di mantenerlo.

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