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Data Intervista | 9 Luglio 2021 |
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Luogo Intervista | Canale D'Agordo (BL) |
Video | Dimitri Feltrin |
Audio | Marco Furlanetto |
00:06 | Domanda di Dimitri: siamo con Loris Serafini a cui chiediamo dove è nato e cresciuto |
00:11 | Sono nato e cresciuto a Canale. Ho fatto in tempo di vedere una civiltà che adesso è tramontata. Stavamo all'aria aperta. Non avevamo il telefono in casa. Asilo passato con le suore; elementari con un'unica maestra. |
03:41 | Domanda di Dimistri: Come mai a un certo punto della sua vita ha deciso di occuparsi del suo territorio |
03:46 | E' una passione nata grazie a una mia prozia che aveva perso il marito nella strage nazista del 20.08.1944. Lei mi passava i libri di storia locale. Quindi cominciavo a leggerli e mi piaceva. Altro educatore è stato per me il fratello di papa Luciani, figura molto interessante, che mi ha insegnato molto. Era cacciatore, presidente della Camera del Commercio. Anche sua moglie Antonietta la stimavo molto. |
06:33 | Domanda di Dimitri: Successivamente quali sono gli studi che ha fatto? |
06:37 | Dopo il liceo scientifico, ho studiato lingue (tedesco inglese), con una tesi sui processi di Inquisizione che riguardavano gli immigrati dall'Austria nel Cinquecento. La tesi mi ha dato modo di vedere molti documenti. Poi mi sono diplomato all'Archivio di Stato di Trieste. Ho studiato a Baden bei Wien e un periodo a Londra. L'esperienza a Londra è stata importante. Questo mi ha permesso di apprezzare il mio territorio, andando all'estero. |
11:10 | Domanda di Dimitri: E come è accaduto che a un certo punto è andato ad occuparsi di papa Luciani? |
11:17 | E' successo sia grazie alla frequentazione della famiglia di papa Luciani, sia grazie a una suora dell'asilo che mi faceva fare da guida ai pellegrini. Più tardi il vescovo Vincenzo Savio mi aveva affidato l'incarico di collaborare nella Causa di Canonizzazione, insieme al parroco di Canale don Sirio Da Corte. Il sindaco di Canale Rinaldo e Flavio mi hanno dato fiducia e possibilità di lavorare. |
15:12 | Domanda di Dimitri: Cosa ci può raccontare degli studi sulla Valle del Biois? |
15:16 | Mi sono interrogato sul perché fosse uscito un papa da un paese così piccolo e periferico. Scavando, ho scoperto un ambiente culturale inaspettato. E ho trovato personaggi impensabili, di grande spessore culturale. Non minore la figura di don Antonio Della Lucia, trait de union di molti personaggi illustri |
19:59 | Domanda di Dimitri: Quali sono stati gli eventi più importanti che hanno segnato la valle? |
20:04 | Le tre guerre di Indipendenza. Però c'è sempre stato un rapporto molto importante con l'Impero Austroungarico, perché siamo una terra di confine e di frontiera. La prima guerra mondiale è stato lo spartiacque da un Medioevo continuo alla società moderna. Il Fascismo ha poi modificato profondamente lo stile di vita di queste popolazioni. Fino alla conclusione della seconda guerra mondiale, l'atmosfera rimase sempre tesa, essendo una terra di confine. Nella seconda guerra mondiale il dramma ha interessato ancora di più queste terre. |
28:10 | Domanda di Dimitri: Quali sono invece le realtà le realtà peculiari che si sono formate qui nella Valle del Biois? |
28:16 | Una delle caratteristiche di questa valle è la capacità di riunirsi in associazioni. Questo non è casuale: è un'eredità delle confraternite medievali, delle Regole e del movimento cooperativistico. |
29:51 | Domanda di Dimitri: Che ruolo ha avuto la Pieve di Canale nella formazione della cultura e delle personalità? |
29:58 | Sicuramente un ruolo importantissimo e centrale. Essa era un centro culturale. Attorno ad esse si sono formate personalità, ma anche tante persone alfabetizzate. Per esempio notevole è la biblioteca della Pieve, esempio rarissimo in Veneto. Poi le biblioteche circolanti. Tutto gravitava attorno alla Pieve di Canale. A Canale c'era un asilo dal 1868, c'erano le classi fino alla quinta. |
33:22 | Domanda di Dimitri: Quanto hanno influito le due guerre mondiali e l'emigrazione sulla realtà locale? |
33:26 | Hanno sfasciato letteralmente la società. Con la prima guerra si è interrotta una tradizione secolare; la seconda ha esacerbato gli animi; dopo la seconda guerra c'è stata molta emigrazione a causa della povertà. Episodio del muratore di Canale nel duomo di Bolzano. Gli emigranti avevano una grande dignità. |
36:33 | Domanda di Dimitri: Quali sono le meraviglie di questa valle? |
36:38 | Siamo proprio nel centro delle Dolomiti; è un patrimonio Unesco. Queste meraviglie naturalistiche si sono combinate bene con il patrimonio portato dall'uomo. In una valle molto piccola ci sono molti siti culturali. Noi siamo una sintesi tra la cultura nordica, i popoli latini e l'influenza del patriarcato di Aquileia. |
39:20 | Domanda di Dimitri: Fin qui i luoghi. E le personalità di questo territorio ha espresso quali sono? |
39:28 | Sono tante, in vari ambiti: pittura, scultura, religione, sport, alpinismo. Facciamo qualche esempio. Abbiamo avuto la figura del poeta Valerio Da Pos, vissuto nel Settecento. Poeta contadino. Altra figura: Michelangelo Alchini, professore alla corte del Papa; oppure il vescovo Giovanni Battista Bortoli di Cogul di Vallada, divenuto vescovo di Feltre, poi divenuto amico di papa Benedetto XIV, uno dei papi più aperti della storia. Poi il medico personale di Antonio Canova, Paolo Zannini. O il segretario del Canova, suo segretario. Poi gli scultori della bottega del Besarel: Amedeo Da Pos, Pietro Lazzaris e altri. Oppure l'organista del Santo di Padova Valentino Andrich di Vallada. |
45:30 | Domanda di Dimitri: la personalità di papa Luciani è però la più famosa. Come e in quale contesto nasce il Museo e la Fondazione Papa Luciani? |
45:45 | Nascono come risposta a una esigenza: quella dei pellegrini che avevano la necessità di trovare dei servizi e un memoriale che ricordasse papa Luciani. Dopo un iniziale entuasiasmo, ci furono anni di declino. Dall'inizio degli anni Duemila, la figura di papa Luciani è stata sempre più valorizzata. E' stato realizzato il Museo nel 2016, è stata acquistata dal cardinal Stella la Casa natale. Il comune ha creato la Fondazione nel 2009. |
48:53 | Domanda di Dimitri: Quali sono secondo Lei le potenzialità di questa valle e quali sono i siti che dovrebbero essere valorizzati? |
49:02 | Credo che sia essenziale lavorare in rete. Ci sono moltissimi siti naturalistici, culturali, spirituali, che possono essere valorizzati. Un esempio, la chiesa di San Simon. Ma ci sono realtà molto più etnografiche. A Vallada ci sono i forni dove si faceva il pane e altri siti della vita quotidiana di un tempo. |
50:57 | Domanda di Dimitri: Come ha vissuto gli eventi più significativi dagli anni Ottanta ad oggi? |
51:04 | E' stato un continuo evolversi della situazione. Gli anni Ottanta erano ancora legati alla terra; gli anni Novanta furono gli anni dei cambiamenti (l'avvento del computer). La tecnologia ha però allontanato i ragazzi dall'incontrarsi e ha segnato a partire dal Duemila in poi un diverso stile di vita. |
52:43 | Domanda di Dimitri: Ci può parlare delle Regole oggi. |
52:47 | Per ripristinare le Regole serve una maturità non spontanea. Essere custodi della propria terra, significa avere cura di essa. Oggi, per poter ripristinarle, bisognerebbe prima creare una coscienza di interesse verso il territorio. Oggi l'80% del territorio gestito dal Comune è proprietà degli antichi originari del luogo. Le Regole potrebbero dare un futuro a questo territorio. |
55:59 | Domanda di Dimitri: Il cooperativismo è figlio delle Regole? |
56:07 | Il cooperativismo è l'unica formula che ci salverà nel futuro. Credo sia una lezione di umanità e di economia. |
56:52 | Domanda di Dimistri: Come ha vissuto invece la tempesta Vaia? |
57:00 | E' stato come svegliarsi in un incubo. Quando per la prima volta sono arrivato in Agordino da Cortina (ero via quei giorni) mi è venuto da piangere. Il territorio era totalmente snaturato… vedere la natura violentata mi ha fatto male. Una cosa scioccante vedere i Serrai di Sottoguda distrutti e la nuova strada forestale di Prade di Canale devastata e non più esistente poco dopo essere stata inaugurata... |
59:48 | Domanda di Dimitri: Come stanno insieme in Valle del Biois il vicino locale con il lontano globale? Come si vive questo dualismo? |
1:00:06 | Io credo che sia una grande ricchezza. Noi non potremmo più vivere senza avere un rapporto con la pianura e la città. Questo scambio in fondo c'è sempre stato. Non dobbiamo perdere la nostra caratterizzazione. La nostra cultura va messa in dialogo con il mondo. Nel rispetto reciproco. |
1:02:04 | Domanda di Dimitri: E che futuro immagina per la Valle del Biois? |
1:02:08 | La salvezza verrà da chi verrà da fuori, perché noi non facciamo più figli. La montagna sarà terra di immigrazione. Si arriverà a un momento in cui ci sarà un'inversione di tendenza |
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